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Cronaca

Palmi: Tribunale Respinge il Ricorso dell’AdSP dello Stretto sull’Indennità di Fine Rapporto di Giuseppe Guacci

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Il Tribunale di Palmi ha recentemente respinto il ricorso presentato dall’Autorità di Sistema Portuale (AdSP) dello Stretto riguardante l’indennità di fine rapporto (TFR) di Giuseppe Guacci, ex dirigente dell’ente. La sentenza conferma la legittimità delle richieste economiche avanzate da Guacci, stabilendo un precedente significativo per le controversie lavorative all’interno delle autorità portuali italiane.

Contesto della Disputa Legale

La controversia ha avuto origine quando l’AdSP dello Stretto ha contestato l’importo del TFR spettante a Giuseppe Guacci, sostenendo che le somme richieste fossero eccessive rispetto a quanto dovuto. Guacci, che ha ricoperto ruoli di rilievo all’interno dell’ente, ha intrapreso un’azione legale per ottenere il riconoscimento completo delle sue spettanze.

Decisione del Tribunale

Dopo un’attenta analisi della documentazione e delle normative vigenti, il Tribunale di Palmi ha stabilito che l’AdSP dello Stretto non aveva fornito prov

e sufficienti per giustificare la riduzione dell’importo del TFR. La corte ha quindi respinto il ricorso dell’ente, ordinando il pagamento integrale dell’indennità a favore di Guacci.

Implicazioni per le Autorità Portuali

Questa sentenza potrebbe avere ripercussioni significative per le autorità portuali italiane, evidenziando l’importanza di una gestione trasparente e conforme alle normative dei rapporti di lavoro. Inoltre, il caso sottolinea la necessità per gli enti pubblici di adottare pratiche amministrative rigorose per evitare controversie legali costose e dannose per la reputazione istituzionale.

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Cronaca

Operazione “Malefix”: sequestrati beni a imprenditore reggino legato alla cosca Libri

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Nella mattinata odierna, la Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Reggio Calabria, ha eseguito il decreto di sequestro beni a carico di B. D., di anni 60, imprenditore nel settore del commercio all’ingrosso di mobili per ufficio e negozi, a seguito di proposta di sequestro e successiva confisca dei beni avanzata dal Questore di Reggio Calabria.

La Proposta si fonda sulla risultanze dell’operazione “ Malefix”- nell’ambito della quale egli è stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere, poiché ritenuto responsabile di avere fatto parte di un’associazione mafiosa denominata ndrangheta operante nella città di Reggio Calabria, in qualità di partecipe della cosca Libri, in funzione di ausilio e supporto alle attività estorsive ed intimidatorie. B. D., in concorso con altro soggetto, è stato ritenuto altresì responsabile di un tentativo di estorsione nei confronti di un imprenditore, gestore di una società fornitrice di materiali di consumo, in favore di una società che eseguiva servizi di pulizia presso gli ospedali riuniti di Reggio Calabria a consegnare una percentuale dei guadagni della vittima che resisteva alle richieste, impedendo la consumazione del fatto.

In data 18 novembre 2021, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione- ha accolto la richiesta di misura di prevenzione Patrimoniale, decretando il sequestro e la confisca di tre unità immobiliari, tre terreni, l’impresa individuale con relativo patrimonio della figlia del proposto, il sequestro dei conti correnti, libretti di deposito, contratti di acquisto di titoli di stato, azioni, obbligazioni, certificati di deposito, assicurazioni, intestati presso Istituti di credito pubblici o privati, Casse Rurali, Direzioni Provinciali P. T., Società Assicurative, finanziarie o fiduciarie, Società di intermediazione mobiliare riconducibili a B.D. ed al suo nucleo familiare.

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